Stress e Sistema Nervoso Autonomo: Comprendere, Gestire, Recuperare
"La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90%
come reagisci."
— Charles R. Swindoll
Lo stress non è determinato tanto dagli eventi in sé, quanto
dal modo in cui li percepiamo.
Questa percezione attiva risposte automatiche nel sistema nervoso autonomo, in
particolare nel ramo ortosimpatico, responsabile delle reazioni di "lotta
o fuga" (fight or flight).
Secondo Hans Selye (1936), lo stress rappresenta una risposta aspecifica dell’organismo a qualsiasi stimolo che ne minacci l’equilibrio o l’integrità, con una destabilizzazione dell’omeostasi.
Quando la mente percepisce minaccia, il corpo reagisce
Una percezione negativa attiva l’ipertono ortosimpatico, con manifestazioni tipiche:
- Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa
- Tensione muscolare diffusa
- Respiro corto, rapido, diaframma bloccato
Nel tempo, questa risposta diventa disfunzionale se mantenuta senza adeguato recupero.
Un esempio semplice: lo smartphone sovraccarico
Pensiamoci come a uno smartphone: se apriamo troppe app
senza mai chiuderle, il sistema rallenta, si surriscalda e consuma la batteria
rapidamente.
Lo stesso vale per il nostro corpo sotto stress cronico.
Effetti biologici dello stress cronico
Lo stress prolungato porta a un rilascio eccessivo di cortisolo, utile nel breve termine, ma dannoso nel lungo periodo:
- Aumento di peso
- Disturbi digestivi e immunitari
- Problemi di memoria e attenzione
I MUS: sintomi senza una causa organica evidente
In condizioni di stress cronico, il corpo può generare
sintomi fisici reali ma senza riscontro clinico agli esami tradizionali.
Questi sono detti MUS (Medically Unexplained Symptoms) e comprendono:
- Dolori muscolari o viscerali ricorrenti
- Cefalee e vertigini
- Disturbi gastrointestinali (colon irritabile, reflusso)
- Tachicardia, senso di oppressione toracica
- Stanchezza cronica, difficoltà cognitive (nebbia mentale)
Sono segnali di un disequilibrio tra stress e benessere, spesso di natura psicosomatica.
HRV: l'indicatore scientifico del tuo equilibrio
La Variabilità della Frequenza Cardiaca (HRV) misura in modo oggettivo:
- La resilienza allo stress
- La regolazione del sistema nervoso autonomo
Valori bassi di HRV segnalano sovraccarico, infiammazione o disregolazione vagale, mentre valori ottimali indicano capacità di recupero e adattamento.
Le cause comuni dello stress cronico
- Sovraccarico di impegni, assenza di pause
- Allenamenti eccessivi senza recupero
- Pressioni emotive e mentali persistenti
- Scarsa qualità del sonno e alimentazione disregolata
Soluzioni per ritrovare l’equilibrio
1. Mindset e consapevolezza
Imparare a osservare i pensieri, ridurre il giudizio, uscire dal pilota
automatico. Il cambiamento comincia dalla percezione.
2. Tecniche di respirazione
- Coerenza cardiaca
- Tecniche di respirazione guidata
La respirazione agisce sul nervo vago, modulando lo stato interno e riducendo l’attivazione simpatica.
3. Biofeedback (HRV Training)
Utilizzare dispositivi che forniscono feedback in tempo reale su respiro, HRV e
tensione.
Un allenamento diretto per migliorare la regolazione autonoma.
4. Terapia manuale osteopatica
Attraverso tecniche mirate:
- diaframma
- Rilascia le tensioni fasciali
- Stimola il nervo vago
- Riduce le somatizzazioni e migliora il tono vagale
Un approccio integrato
Combinando valutazione HRV, osteopatia, respirazione, coaching e alimentazione antinfiammatoria, è possibile aiutare l’organismo a:
- Ripristinare l’omeostasi
- Migliorare il sonno e la digestione
- Rafforzare la resilienza emotiva e fisica
Bibliografia essenziale
- Hans Selye (1936) – The Stress of Life
- Bottaccioli F. – Psiconeuroendocrinoimmunologia e sistema miofasciale
- Seckl e Meaney (2004)
- Elenkov (2008)
- Tsigos e Chrousos (2002)
- Barsotti, Chiera, Lanaro – La struttura che connette
- Padro e Sanders (2014)
Nervo Vago: Efficacia dell'Osteopatia
Diaframma e PNEI
Cortisolo ed i suoi effetti negativi
Sistema Nervoso Autonomo
Equilibrio Autonomico
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Reflusso Gastroesofageo ed Ernia Iatale
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