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Glutine: un nemico moderno o una storia antica da riscoprire?

Glutine: un nemico moderno o una storia antica da riscoprire?

Negli ultimi decenni il glutine è diventato uno dei bersagli preferiti nei dibattiti alimentari. 

Pane, pizza, pasta — alimenti che da millenni sono alla base della dieta umana — oggi vengono spesso accusati di causare infiammazione, disturbi intestinali e malattie croniche. Ma quanto c’è di vero? E quanto del problema è legato al modo moderno di coltivare, trasformare e consumare i cereali?

Il glutine non è un’invenzione moderna

Il glutine è una proteina naturale presente in cereali come grano, farro, orzo e segale.
Resti archeologici dimostrano che già 14.000 anni fa popolazioni raccoglitrici macinavano semi selvatici per ottenere focacce rudimentali.

Dunque, il glutine non nasce con l’industria, ma accompagna l’uomo sin dagli albori della civiltà.

Pane vivo, non industriale

Per rendere i cereali digeribili, le popolazioni antiche ricorrevano ad ammollo, germinazione e fermentazione spontanea.
Il Lievito madre formato da batteri lattici e lieviti ambientali, svolgeva un ruolo cruciale:

  • riduceva il contenuto di glutine
  • inattivava gli anti-nutrienti
  • predigeriva gli amidi
  • arricchiva l’impasto di acidi organici e minerali

Oggi sappiamo che il pane a lievitazione naturale ha un impatto metabolico migliore: riduce l’indice glicemico, favorisce la biodisponibilità di minerali e rende le proteine più tollerabili.

Cosa è cambiato davvero

Il problema non è il glutine in sé, ma la rivoluzione agricola e industriale degli ultimi 70 anni.

La rivoluzione del grano

Negli anni ’50-’70, durante la cosiddetta Rivoluzione Verde, gli scienziati hanno selezionato varietà di grano a stelo corto e ad alta resa.
Per ottenere queste piante si usarono diverse tecniche: incroci tradizionali, ibridazioni e anche mutagenesi indotta con raggi gamma, raggi X e agenti chimici.

Queste varietà non sono radioattive, ma hanno introdotto mutazioni genetiche che hanno cambiato per sempre la struttura del grano.
Non è stata la radiazione in sé ad aumentare il glutine, ma la successiva selezione agricola, che privilegiava farine più forti e adatte alla panificazione rapida.

Panificazione veloce

Negli stessi anni si abbandonarono le fermentazioni lunghe a favore di lieviti selezionati e additivi chimici.
Processi come il Chorleywood Bread Process permisero di produrre pane in poche ore, sacrificando la complessità microbica che rendeva il pane più digeribile.

Farine raffinate

La diffusione di farine 0 e 00, povere di fibre e micronutrienti, ha impoverito ulteriormente la qualità del pane.

Stress, barriera intestinale e sensibilità al glutine

Il glutine non agisce mai da solo: entrano in gioco la condizione del nostro intestino e il livello di stress cronico.

Stress e cortisolo

Lo stress attiva l’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene) con rilascio di cortisolo.
Il cortisolo alto e persistente altera il microbiota, riduce la capacità rigenerativa della mucosa e aumenta l’infiammazione sistemica.

La barriera intestinale

La mucosa intestinale è protetta da giunzioni strette che impediscono il passaggio di molecole indesiderate.
La gliadina, una componente del glutine, stimola il rilascio di zonulina, che può aprire queste giunzioni.
Se la barriera è già indebolita da stress, disbiosi o infiammazione, aumenta il rischio di permeabilità intestinale (leaky gut).

Sensibilità al glutine non celiaca

Non è celiachia, perché manca il danno autoimmune ai villi.
Non è allergia.
È una forma di ipersensibilità immunitaria in cui il glutine scatena sintomi intestinali (gonfiore, dolore, alvo irregolare) ed extraintestinali (stanchezza, nebbia mentale, dolori muscolari): Asse intestino-cervello o nervo vago.
Stress cronico e barriera intestinale fragile rappresentano un terreno fertile per questa condizione.

Vitamine e minerali compromessi dal glutine

Il glutine non ruba nutrienti in senso diretto, ma quando provoca infiammazione intestinale o malassorbimento può ridurne significativamente l’assimilazione. Le carenze più frequenti sono:

Vitamina B12 e folati, con rischio di anemia e aumento dell’omocisteina
Vitamina D e K2, fondamentali per ossa e sistema immunitario (vitamina D e K2)
Ferro, con rischio di anemia sideropenica
Calcio e magnesio, importanti per la salute ossea e muscolare (magnesio)
Zinco, cruciale per sistema immunitario e pelle
Vitamine del gruppo B, legate a energia e sistema nervoso (vitamine B)

Esami utili da monitorare

Emocromo completo
Ferritina, sideremia, transferrina
Vitamina B12 e folati
25-OH vitamina D
Calcio, fosforo, magnesio
Zinco plasmatico
Albumina e proteine totali
Omocisteina

Se c’è sospetto di celiachia: anticorpi anti-transglutaminasi, anti-endomisio, IgA totali, ed eventualmente biopsia duodenale.

Perché oggi sembra fare male

Le cause principali dell’aumentata sensibilità al glutine sono:
Consumo quotidiano e massiccio di cereali raffinati
Varietà selezionate per alto contenuto di glutine
Panificazione rapida senza fermentazioni reali
Dieta povera di fibre e ricca di zuccheri
Stress cronico e disregolazione del sistema nervoso autonomo e nervo vago

La lezione da ricordare

Il glutine non è una tossina nuova, ma una proteina con cui conviviamo da millenni.
Il problema nasce da un mix moderno: mutagenesi agricola, industrializzazione del pane, farine raffinate e stili di vita stressanti.
Riscoprire la fermentazione naturale, prendersi cura del microbiota e regolare lo stress significa riportare equilibrio nel rapporto tra uomo, cereali e salute.

Il pane a lievito madre e uno stile di vita equilibrato non sono una moda, ma il ritorno a un sapere antico che la modernità aveva dimenticato.

 Riferimenti PubMed

  • Arranz E, Bethune MT, Cabrera-Chávez F. Nutrients. 2019 — PMID: 30764525
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  • Volta U, Bardella MT, et al. Nutrients. 2013 — PMID: 23620820
  • Lebwohl B, Sanders DS, Green PHR. Lancet. 2018 — PMID: 30191845


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