"Nulla accade per caso."
Quante volte abbiamo sentito questa frase?
Forse l’abbiamo pronunciata dopo una caduta “provvidenziale”, una dimenticanza sospetta, un imprevisto che ci ha tolto da una situazione scomoda.
Freud li chiamava atti mancati: piccoli errori solo in apparenza casuali, ma che in realtà traducono i desideri nascosti dell’inconscio.
Gli atti mancati secondo Freud
Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi, ha dedicato un intero saggio agli atti mancati (in tedesco Fehlleistungen): dimenticanze, lapsus, goffaggini, scivoloni del linguaggio o del comportamento.
Per Freud, non si tratta di semplici distrazioni: sono azioni che "falliscono" a livello cosciente, ma che realizzano qualcosa a livello inconscio.
Ti sei dimenticato un appuntamento che non volevi davvero
affrontare? Hai rotto un oggetto legato a qualcuno con cui sei arrabbiato? Hai
inviato un messaggio alla persona "sbagliata" ma "giusta"
per dire quella cosa?
Non è un caso.
È un messaggio dell’inconscio, che trova strade indirette per esprimere ciò che non riusciamo (o non vogliamo) ammettere a noi stessi.
Quando il corpo prende posizione: infortuni e sintomi
Nel corpo, tutto questo accade su un piano ancora più potente. Un infortunio, un malessere, una malattia psicosomatica possono rappresentare un “atto mancato” incarnato: una forma estrema ma reale con cui il corpo dice “basta”, o ci obbliga a fermarci, a cambiare rotta, a guardarci dentro.
Ti sei slogato una caviglia prima di un evento a cui non
volevi partecipare?
Hai avuto un colpo della strega quando ti sentivi “sotto pressione”?
Ti sei fatto male sul lavoro proprio quando la tensione era al massimo?
Potrebbe non essere solo una coincidenza.
Il linguaggio simbolico del corpo
Il corpo parla un linguaggio simbolico, e l’inconscio usa il corpo come veicolo di verità.
Quando non ascoltiamo i segnali sottili – stanchezza, tensione, demotivazione, disagio – il corpo può usare un sintomo acuto o un infortunio per costringerci a prendere atto di ciò che ignoriamo.
In questo senso, l'infortunio può diventare una via di fuga mascherata da incidente.
Ci “libera” da una condizione che non riusciamo a lasciare consapevolmente: una relazione tossica, un ambiente lavorativo oppressivo, uno stile di vita insostenibile.
Ci obbliga a fermarci,
a riposare, a prenderci cura di noi.
Ci offre – anche se attraverso la sofferenza – una possibilità di
riparazione.
Quando l’inconscio ci salva (a modo suo)
Freud direbbe che l'inconscio non ha tempo, non conosce
il bene o il male, ma sa cosa vuole. E quando il nostro conscio è troppo
impegnato a “fare la cosa giusta” secondo gli altri o le convenzioni, l'inconscio
agisce.
A volte sbagliamo strada per evitare un disastro. A volte inciampiamo per non
crollare.
E quando “capita qualcosa”, può essere il modo in cui la parte più autentica di
noi mette un punto, o apre un nuovo capitolo.
Un approccio integrato: ascoltare, non giudicare
La medicina moderna e la psicologia del profondo si stanno incontrando sempre più spesso in un terreno comune: la comprensione integrata di sintomi, malattie e infortuni. Metriche come l’HRV (Heart Rate Variability), la regolazione del nervo vago (neuroscienze: Teoria Polivagale), la mindfulness, la respirazione, ma anche il lavoro corporeo come la terapia manuale, ci aiutano ad ascoltare i messaggi sottili del corpo prima che diventino grida. (in questi casi potrebbe entrare in gioco il vago Dorsale)
Il punto non è colpevolizzarsi, ma imparare ad ascoltare senza giudicare. Chiedersi con sincerità:
- “Cosa stava succedendo nella mia vita quando è successo questo?”
- “Cosa ho dovuto fermare? O da cosa mi ha protetto questo evento?”
- “Cosa posso imparare da questo?”
Conclusione: la saggezza degli inciampi
Ogni atto mancato, ogni sintomo, ogni inciampo può essere
una forma sottile di saggezza.
Non per indulgere in superstizioni, ma per allenare uno sguardo più profondo
e consapevole su ciò che viviamo.
💬 “Non siamo sempre noi a scegliere il cambiamento. A volte è il nostro corpo a farlo per noi, quando non riusciamo più a ignorare ciò che ci sta facendo male.”
Nulla è davvero per caso. E a volte, i nostri errori sono le nostre verità più coraggiose.
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